venerdì 21 dicembre 2007

OpenWARM: istruzioni dettagliate

Mac Gyver a confronto era un dilettante :-)

Come promesso, ecco le istruzioni a prova di coordinatrice familiare (mamma, massaia, casalinga, ecc.). Ai più esperti per realizzarlo basterà guardare solo le foto.

Il cuore tecnologico del progetto è il termostato elettronico. A meno che non lo si smonti dal bagno della suocera è l'unico componente da acquistare: l'ho pagato una ventina di Euro in un magazzino specializzato per elettricisti. Un crono-termostato è inutilmente costoso e più complicato da usare. Un termostato a manopola non ha il display, costa meno, ma è meno preciso: qualche grado di tolleranza contro pochi decimi di grado di quello digitale. Con un termostato non digitale il marchingegno darebbe comunque risultati accettabili, ma vuoi mettere il fascino dei numerini che cambiano da soli... ;-)

Il termostato che ho usato si trova anche su Ebay: http://search.ebay.it/ch110

Bando alle ciance, iniziamo. Gli unici strumenti necessari sono un po' di cavo elettrico, una spina e due prese volanti 220V, un cacciavite piccolo, delle forbici con cui poter spellare i fili elettrici, un po' di scotch. Anzi, meglio chiamarlo nastro isolante, così evitiamo sbronze :-]

Prepariamo la lampadina con la spina. Questa soluzione è spartana, ma consente di cambiare facilmente la lampadina per usarne una della potenza più adatta alle dimensioni della cella. Oppure di sostituirla con una lampada da comodino con tutto il piedistallo, che però generalmente è poco potente. Inizialmente usavo una lampadina da 40W in una borsa termica, poi una da 60W nel pacco regalo. D'estate probabilmente converrà usarne una da 25W o addirittura 15 W. Per scatoloni più grandi è meglio usare una lampadina da 75W o 100W.

Avevo detto a prova di massaia, e anche se a molti sembrerà superfluo spiegarlo, ecco come collegare i fili alla spina e alla lampadina. Qui non serve, ma per convenzione è meglio abituarsi a collegare il filo giallo+verde al centro della spina, alla presa di terra.
Per la firma sul modulo di collaudo della lampadina serve un ispettore fidato come Brek. O è alle prime armi e sta chiedendo a me cosa deve fare... oppure sta giustamente pensando che sono pazzo.


Prepariamo il cavo di alimentazione. La spina andrà collegata alla rete, mentre alla presa si collegherà la lampadina. Ricorda: il filo giallo+verde và sempre collegato alla presa di terra, nelle spine/prese volanti è quella centrale.
Invece di farti il cavo, puoi usare una prolunga già pronta. Se te lo fai tu, per scrupolo prima di fare il taglio al centro prova se il cavo funziona usandolo come prolunga per la lampadina.
Poi incidi la guaina esterna e scopri un po' di cavo. Il cavo blu va tagliato (il marrone sarebbe lo stesso, ma il giallo va lasciato integro) e i due capi saranno collegati al termostato come spiegato più avanti.

Ora prepariamo il termostato. Con il termostato in posizione “inverno” si usano i contatti “normalmente chiusi”. Anche se superfluo, ho preferito separare il termostato dal resto usando un “mammuth” (quel coso in cui si avvitano i fili per unirli ad altri in modo affidabile senza saldature).

Prima apri il termostato e dai una sbirciatina: ci dovrebbe essere il sensore che serve a rilevare la temperatura (nel mio termostato è quella "goccia" azzurra con due filetti paralleli)...

... e ci dovrebbero essere dei morsetti per attaccarci i nostri fili...

Come ho detto prima, dobbiamo collegare i fili ai contatti "normalmente chiusi", la coppia che "a riposo" fa passare la corrente. Sono mostrati nel disegnino bianco, e nel mio caso sono i contatti "1" e "2". Se invece del "2" collegassimo il "4" dovremmo usare il termostato in modalità "estate" invece che "inverno": d'inverno il termostato si attiva per far aumentare la temperatura, d'estate si attiva per farla diminuire!
Io ho preferito collegare il termostato con un pezzo di filo indipendente, volendo si potevano collegare direttamente i fili del cavo "interrotto".
Poi rimontiamo il termostato e lo colleghiamo al cavo elettrico:

Per collaudare il termostato, colleghiamo il tutto, leggiamo il foglietto illustrativo e giochiamo con i programmi giorno e notte, tenendo conto che nei termostati digitali la lettura della temperatura generalmente è fatta ogni minuto e quindi la commutazione non è immediata.


Attenzione, il programma “estate” inverte accensione e spegnimento.
Disporre dei programmi giorno e notte può tornare utile preimpostandoli, ad esempio giorno = 35° per lo yogurt, e notte = 30° per lievitazione.

Rifiniamo con il nastro adesivo...

.. e componiamo il marchingegno con gli accessori:

  • il piattino serve per non abbrustolire la credenza della nonna, ed è utile anche per metterci uno straccio con dell'acqua per aumentare l'umidità della cella;
  • il pentolino blu è una mia paranoia: serve a sollevare un po' barattolo dal fondo in modo che la sonda del termostato sia più in basso e quindi a temperatura minore del resto.
Perchè un pacco regalo?
Beh, perchè è semplice e funzionale, e soprattutto spero che così gli ospiti non mi chiedano dettagli. Altrimenti penserebbero che sono pazzo, e invece è vero :-)

Chi volesse cimentarsi nella realizzazione potrebbe escogitare altri contenitori, come casette che con la lampada interna illuminano le finestre, e chissà cos'altro suggerirà la fantasia. Fatemi sapere.

Perchè OpenWARM? Non vorrai mica brevettarlo?

“Warm” in inglese vuol dire “tiepido”, ed è proprio quello che fa il marchingegno. “Open” è il prefisso più comune per i progetti informatici OpenSource. Un progetto Open è donato alla comunità per remunerarla di quello che si è imparato da essa, e perchè il progetto stesso possa essere migliorato da chiunque lo voglia, purchè la versione migliorata ritorni alla comunità sempre in forma libera quanto l'originale. L'idea rimane di chi l'ha avuta, ma il suo uso è e deve rimanere libero per chiunque. Nessuno può far pagare per l'uso del progetto dicendo che l'idea è sua. La parola chiave è LIBERTA'.
No, io non voglio brevettarlo, e proprio per questo non voglio che lo facciano altri.

Licenza d'uso.

OpenWARM è una cavolata e non credo meriti tanto, ma non si sa mai. Quindi scanso di equivoci pubblico OpenWARM sotto licenza d'uso GPL v3, e pubblico quanto scritto su OpenWARM con licenza d'uso Creative Commons v2.5 (By-Nc-Sa).

4 commenti:

cielomiomarito ha detto...

La "coordinatrice familiare" è letteralmente incantata. Sul finale del post è subentrata financo la commozione. Grazie per "Opern Warm" e per la bellissima lezione di libertà. Buon Natale :)

Piero ha detto...

cielomiomarito, una delle cose che mi ha colpito del tuo bel blog è come ti sei definita, tanto che ho deciso di adottare il termine "coordinatrice familiare" :-)

leonem ha detto...

OH MIO DIO, proprio quello che stavo cercando! E' probabile che tu abbia salvato i miei mango dall'assideramento. Il fatto che sia opensource ( ;o) ) è proprio la ciliegina sulla torta.

Roberto Danzo ha detto...

Sono letteralmente commosso dal progetto, bellissimo, ma mi chiedo: a che serve?
Ho una yogurtiera da un litro e rotti che per il prezzo del termostato da sola ha tutto- termostato, resistenza, isolante e vaso di vetro...
Per far lievitare il pane potrebbe aver senso, ma la macchinetta del pane lo fa già a meno che tu non abbia delle ricette particolari che richiedono delle lievitazioni più lunghe.
Al momento la sola utilità la vedo per farsi il DS1 che è molto più sensibile al calore, ma vista la fatica che richiede passo...
Comunque grazie per il suggerimento, anche se mi sa che tra poco le lampadine ad incandescenza non si troveranno proprio più...